Per la prima volta Joey si trovava a parlare dell'infinito come mai prima. E c'era la luce fioca di una candela nella sua stanza, le dita che picchiavano forte sulla macchina da scrivere. Il pahtos. Fabrizio De André che è come un villaggio con attorno una radura e un bosco e tutto a precipizio su un mare blu e profondo e immenso. Ridondanza di E. Lui che incastrava le parole, in maniera semplice per dire cose che in realtà erano complicatissimi. Parlava degli ultimi e li faceva diventare i primi. Le minoranze a cui dava il permesso di urlare. Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale dispeazione tra il vomito degli estinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morta una goccia di splendore di umanità di verità. E tutti coloro che ha cantato.Cantava ogni persona e nessuno capiva abbastanza.
Joey non sapeva che dire in realtà, preferiva il silenzio. Aveva gli occhi grandi e lucidi e pieni di sale. Aveva solo in mente l'infinito, una barca da scrivere e il mare.