domenica 31 gennaio 2010

latteemele.


Joey faceva sciogliere una cibalgina sotto la lingua. mordeva una mela e faceva scivolare lentamente un bicchiere di latte lungo l'esofago prima di andare a letto. se si sarebbe anche addormentata, quella era un'altra storia. il gelo delle tende da campeggio ad Helsinki. nero e verde. Vuoi sposarmi? Non posso tra un po' devo uscire. rumori di passi di marcia avvolgevano i marciapiedi dei suoi sogni. c'era lo sciopero dei treni e il caldo dell'asfalto ricoperto di neve fresca. non ci sono più sigarette solo vestiti che puzzano di sigarette. attentati ad arciduchi da parte dei principi. voleva saper dipingere Joey. e stringeva tra le dita pennelli grigi e tinte bluastre. nessuna tela bianca. nessuna tela nera.

sabato 30 gennaio 2010

punkepoesia.

G. sussurrava a Joey parole apparentemente contrastanti. "sai, G., profumi di punk e poesia" "allora profumo di te." merda.
adoro l'odore del Napalm al mattino. e il silenzio le rompeva i timpani. c'erano piccoli pupazzi di neve che morivano suicidi. le arance della colazione sul pavimento. e scusami se il mondo crolla o crollo io.

giovedì 28 gennaio 2010

it's tuk o'clock.


E con le finestre aperte ai coinquilini viene voglia di buttarsi. voci finniche rompevano il silenzio delle mura di cinta dell'anima di Joey. non c'erano i coccodrilli nel fossato che non fossero di plastica. enormi scarafaggi si guardavano allo specchio vanitosi e giovani dottori sfruttavano le anafore a favore delle poste italiane. Esse Esse Esse. indossava cotone rigato blu e viola mentre il risvolto dei pantaloni lasciava scoperte suole teschiate. sussurrare addio a novantunenni che saranno sempre giovani di cognome Holden. e Joey sgranocchiava creacker con Polly. e Polly faceva colazione mangiando meduse come Joey. il collo e la cannella. con affetto G." leccami le palpebre prima di addormentarti" un foglio di carta che Joey posava nella finestra. avrebbe letto, come sempre. riempimi la cassetta delle lettere ti prego.

lunedì 25 gennaio 2010

VdiViaggio.



"tu e un viaggio"
doveandiamo?acheorapartiamo? scarabocchiava Joey in pagine ingiallite dagli angoli arrotondati. affogava nella nebbia marmorea inquinata. le auto le scivolavano accanto. poteva scorgere i respiri che si condensavano nell'aria. sapeva di vaniglia che si sperdeva nell'anice dell'atmosfera. amara. la testa pesante ricadeva sui bottoni del cappotto. le birre sebravano autoscontri nel sacchetto di carta della coop. s c a p p a . film porno costeggiano le strade di città e si perdono risucchiati dai tombini. Sick Boy. i rami lottavano con il vetro della finestra della sua stanza. Joey ascoltava in silenzio.

domenica 24 gennaio 2010

B.comebollicinedaimballaggio.


sorrideva a Joey celandosi dietro la sua chioma rubina.

E quando dormo guido piano non ti preoccupare. i testimoni non sono mai abbastanza e i serial killer vincono. Joey correva per la stanza scoppiando le bollicine dell'imballaggio del suo cuore. E portami a bere dalle pozzanghere.
e vorrebbe avere i capelli rossi, lei. e vedeva facce estranee sciogliere acido come dolcificante nella caffeina. cadeva il cielo e ci si fermava a guardarlo senza muoversi. cadeva e ci si fermava a guardarlo. cadeva e si fermava. tremavano stringendosi per mano, loro.
"non lasciarmi." " nessuno aveva mai pensato di farlo."

giovedì 21 gennaio 2010

cianotica.


disconnessi tremolii immortalati in cianotiche istantanee.
Joey abbandonava le dita alla trama rubina del tappeto del salotto, ricoprendosi di meduse e di stelle cadenti andate a male. le idee cadevano dalle scale delle soffitte e si rompevano le gambe. oggi le idee continuano ad essere diasabili. Violet la fissava cercando di calmarla, ribellione giovanile quella di Joey. Punk. "non eravamo altro che una coppia di giovani punk." rimbalzavano in lei frasi di vecchi film. sigarette alla vaniglia nelle labbra di joey lasciavano nell'aria la loro dolce fragranza. e si sedeva nei davanzali delle finestre per poter respirare.
Apnea.

martedì 19 gennaio 2010

ideeferite.



"le idee cadevano giù dalle scale delle soffitte e si rompevano le gambe. e si cacciavano le stelle come se fossero farfalle per regalarle a natale, in ritardo."
Joey scarabocchiava pagine di moleskine troppo pallide. "le idee continuano a cadere".l'inchiostro tra le sue dita lasciava la pagina troppo libera.oggi non era venerdì e non era innamorata.

sabato 16 gennaio 2010

istantanee


E Joey sorseggiando litri di caffeina amara, indossava di fretta la divisa scolastica.L'attendevano filosofi impertinenti e sigarette quel mattino.



E Joey intrappolava in contorte istantanee attimi di giornate invernali. I piccioni che li spaventavano sempre a testa in giù la facevano sorridere, con i loro sconnessi movimenti. alle sue spalle vecchie centrali elettriche emettevano suoni distorti. il vento le spettinava i capelli.sfiorava con le dita l'erba umida dondolandosi da quel ramo.

venerdì 15 gennaio 2010

bha




Oggi era un giorno diverso, se lo sentiva sulla pelle come se la nebbia la stesse dolcemente sfiorando facendole venire le vertigini.Joey era indistinguibile.aveva i capelli mossi da quel dondolio nauseabondo che accompagnava la da ore ormai. la realtà sfocata e distorta le sembrava accogliente.

martedì 12 gennaio 2010

D. comedocciainvernale


Joey aveva passato gran parte del suo pomeriggio seduta sulle fredde piastrelle tuchino grigiastre della doccia. l'acqua calda cadeva sopra di lei incollandole i capelli al volto. a p n e a . le sembrava di essere in quelle stanze sterili degli ospedali dove si doveva indossare il camice verde per poter entrare. stanza a tenuta stagna per proteggersi dalle emozioni. dalle parole inutili.
E proteggimi dai lacrimogeni
E dalle canzoni inutili
.
e crollare per la distruzione interiore durante le ore scolastiche. Joey apriva piano gli occhi, la luce era pesante sopra di lei. voci, troppe voci chiedevano se stava bene. se respirava. ci pensavano ora a porle domande che avrebbero dovuto rivogerle da tempo. come quando accadono gli attentati.
e grandi cuffie verdi proteggono le orecchie di Joey dai suoni della città. e ascolta i CCCP che tanto non ci sono più. Sei tu sei tu sei tu chi può darti di più . solo che Joey non aveva niente da dare a sè stessa.


[Portami a bere dalle pozzanghere.
portami a bere.
a bere.]

lunedì 11 gennaio 2010

adiagorafobia.



vecchi ombrelli striati ritrovati in strani armadi che nessuno apriva da anni. Joey percorreva quel muro a passi lenti e incerti.soffrire di agorafobia era terrificante a volte. aggrapparsi a quelle mura, non bastava a tranquillizzarla. il gelo si impossessava delle sue ossa come se fossero soffitte in affitto.

domenica 10 gennaio 2010

essedisilenzio.

Maledizione.
era come se un tornado avesse stravolto la vita di Joey. violento e terribile. le macerie che erano rimaste si accatastavano in alte montagne dentro la sua anima. un silenzio strano l'invadeva.







"e auguri caro Signor V." con affetto Joey.

venerdì 8 gennaio 2010

vieniavederelelucidellacentraleelettrica.


Gin a body meet a body
Coming thro' the rye,
Gin a body kiss a body
Need a body cry?


piove. e Joey nemmeno riesce a respirare. e gli uffici postali sono in rivoluzione. e cazzo. e Joey voleva un gelato alla vaniglia sciolto da bere con la cannuccia. e magari una birra.

giovedì 7 gennaio 2010

caffeina.


Joey aveva lasciato il letto sfatto con un'ansia indescrivibile. i segni di una vecchia tazzina sul cuscino, chissà quando li aveva lasciati. i vecchi calzini di ruvida lana bordeaux toccarono il pavimento e cercando di evitare tutto quel vociare di sottofondo che innondava la cucina, immerse la sua anima nella tazza, una tazza edizione limitata per persone speciali a quanto pare. Lei non si sentiva speciale, per nulla. il freddo aveva dipinto un cielo grigio. metallica l'atmosfera quel mattino e suoni subacquei avvolgevano le orecchie di Joey. le palpebre si schiudevano a malapena.la felpa dei Ramones aveva decisamente le maniche troppo lunghe. ma ciò non impediva che le si ghiacciassero le mani, ma era ovvio: aveva finito le sigarette. La sua moleskine nera aveva le pagine coperte di impegni, una vita piena la sua. piena ma per finta. e aveva perso la stilografica reducendo quasi a zero le possibilità di concludere la lettera di buonnoncompleanno per il signor V. maledizione. si immaginava così Joey nel nero dei mesi che l'aspetteranno: a Parigi la sua adorata Violet accanto e Alice nell'altra mano, tre frapuccini al caramello e una baguette nella borsa, e nessuna mosca nell'aria.

mercoledì 6 gennaio 2010

candy

Joey leccava caramelle amare. urlava.



[Oh, darling I'll kiss your eyes
And lay you down on your rug
Just give me some candy
After my heart]

9.58


il problema è che quando ci si sveglia e la luce rossa della sveglia segna le noveEcinquantotto del Sei Gennaio va di merda, davvero. E per Joey fu così. Camminare nel buio non era mai stato il suo forte e questa volta non c'era nemmeno una piccola luce distante ad illuminarle la via. rimaneva solo il Bianco. troppo Bianco. il Bianco è così oscuro, che lascia decisamente meno speranze del Nero.le mani erano gelide, l'anima, si, anche quella, un cubetto di ghiaccio di qualche alcolico decisamente troppo forte di qualche fighetto della milanodabere. ha mal di testa ma nessuna idea che le scorre in essa, encefalogramma piatto. {dicono che scrivere in terza persona si estranei da te stessa. per me è il contrario. ci cado dentro, io, a me stessa.} è che le dava tremendamente fastidio che tutti riempissero le loro parole con iniziali puntate, lei amava farlo così tanto per Lui che doveva trovare una soluzione. e le avevano detto che doveva urlare, urlare ciò che le si era incastrato dentro per poter vivere.ma, se lei non ne fosse stata capace? se ciò che avrebbe potuto urlare le appariva talmente forte, che al solo pensiero la voce di spegneva? perchè era così, e Joey, cazzo, Joey lo sapeva benissimo, ma quasi le piaceva l'illusione di non credersene capace.
grida tu qualcosa, come quando dai tuoi occhi traboccava il cielo.
l'Aria le mancava, ma Joey lo sapeva benissimo era precaria come l'acqua della doccia che non se ne va più giù dallo scarico, e trabocca, affogandola.
vaffanculo. immaginalo detto a denti stretti e sorridendo.
e, Aria, corrì qui, l'apnea è una gran puttana.

domenica 3 gennaio 2010

lista della spesa.

Joey indossò il vecchio impermeabile nero e si coprì i capelli per il cappuccio della felpa. Non pioveva, c'era solo la nebbia. uova per insonorizzare la stanza. sorrisi, il suo mancava troppo.birra , evitava così di pensare. emozioni, avrebbe tremato non per il freddo. latte, da aggiungere alla menta. sigarette. caffè, ci si affogava. amore, non lo comprava da un po'. punk, urla e poesia. lampadine, il buio la spaventava. lame, una killer non va in vacanza. bambole, era un po' bambina in fondo. posters, le mura bianche la soffocavano. film. libri.

mise gli stivali di gomma. uscì facendosi sfiorare dall'oscurità.

sabato 2 gennaio 2010

e non avere mai le mani fredde e non finire mai le sigarette.



e il Signor V non ha lasciato abbastanza Aria per sopravvivere. e vivere di Aria a piccole dosi fa quasi aprezzare l'apnea. che schifo, formulò Joey nella sua mente.
e Joey non aveva le mani fredde e c'erano mille sigarette nelle sue tasche. sarebbero finite presto e le sue mani già tremavano.
sembravano mesi che il duemiladieci l'avvolgeva eppure non erano nemmeno passate quarantotto ore. bizzarro.
i treni con la pioggia sono freddi e taglienti, ma tornare a casa e affogare la testa nel cuscino con quel profumo era come un abbraccio.
Niente buoni propositi per l'anno nuovo. fanculo. ce n'era uno che non aveva bisogno di scrivere, solo di fotografarlo e come una dolce istantanea appenderlo al muro e guardarlo ogni giorno. ma non era ancora arrivato il suo momento.
Avvolgente, come sempre. Tutto.
e c'é Matilda e Joey non vede l'ora di conoscerla.