mercoledì 29 settembre 2010

forseaVeneziafinisceilmare,mihannodetto.

Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. scriveva chi di Venezia e di viaggi ne sapeva davvero. Joey aveva paura di perderla la sua venezia. il mare intrappolato nei canali scuri e profondi. i ponti ispanici che si attraversano a fatica. c'erano poeti che si credevano sconfitti e facevano gli psicologi in erba. c'erano conigli dalle orecchie bianche e lunghe. c'erano macchine fotografiche che battevano nel petto, diceva. c'erano macchine fotografiche che funzionavano tra i neuroni, diceva. nicaragua verdi e capelli alla frutta e ricci alla elvis. che ti voglio bene a fondo perduto, evangelista.

 

mercoledì 22 settembre 2010

mercurio.

E che così c'era Parigi una volta. ma non sarebbe rimasta per sempre. i ricordi in Joey si sovrapponevano, s'incastravano e lei non aveva abbastanza forza per legarli a sè stessa. mercurio e argento. angoli veneziani coprivano lentamente i vicoli troppo larghi dei viali parigini. treni a bassa velocità sovrastavano i binari del metro parisien."la salute non sta solo nei millimetri di mercurio del termometro, lo sa?" Joey sfoderava un sorriso quasi di sfida a quel camice bianco che la fissava quasi provenisse da qualche pianeta sperduto. Plutone, magari. nel sangue una dose di caffeina decisamente sopra la media la rendeva anche troppo tranquilla, come asuefatta. gli occhi che s'incrociavano con i suoi si limitavano ad osservarne il colore chiaro, l'interno giallognolo senza curarsi di ciò che tentava disperatamente di urlare con quello sguardo stanco. lungo la linea gialla che la separava dalle parallele di metallo, aspettava Matilda, Joey.

giovedì 9 settembre 2010

scappiamosuaBerlino.


Joey eterea nei suoi diciassette anni {più due, dicono} approdava nella laguna. non ci trovava niente di romantico, lei. l'acqua alle ginocchia e i vicoli stretti con dei nomi floreali. sorrisi a mandorla troppo invadenti. amava Parigi e i suoi neuroni incastravano i ricordi di quella magica città.ci avrebbe portato Matilda, a Parigi. o forse dovevano scappare su a Berlino. puntodidomanda. giacche da marinaio o da grifondoro incastrate nel suo corpo gelido, quasi azzurrognolo. essere un' assassina diventava sempre più impegnativo per lei. omicidi e vino rosso e vetri. caldo. caldi. tagliente. taglienti. life will tear us apart. i tasti della macchina da scrivere con cui avrebbe voluto scrivere il bene che le voleva, a Matilda in piccoli caratteri neri. scuri e decisi. le nuvole che scivolavano nel cielo di metà settembre la sfioravano appena, Joey e i suoi occhi chiari, troppo spenti. che si accendeva un'altra sigaretta e beveva un caffè, pur di non pensare, Joey. jo{e}y {division}. ma c'erano i draghi, i draghi con le spalle forti che accoglievano piano quello stregatto di Joey.