giovedì 24 dicembre 2009

abitami.


Abitami. I muri urlavano a Joey, mentre il freddo giocava con le sue ossa. quella dimora incuriosiva Joey da mesi, forse anni, e ora sembrava chiamarla. Vivere lì sarebbe stato splendido, perdersi in quel vecchio manicomio per anime dannate, così accogliente e spettrale. Nei muri poster di vecchi concerti punk. Nei soffiti schizzi di sangue. Nei pavimenti piastrelle verde bottiglia e moquette grigia.

Pioggia, dentro e fuori.

sabato 19 dicembre 2009

siamol'esercitodelSertpuntodidomanda.

Anche il piccolo e feroce mondo di Joey era stato sconvolto nella notte da una coltre di un candore assassino. La fontana nell'angolo disegnava ghiaccioli dal rubinetto.le Sinapsi incastrate, la vecchia scatola di latta con pochi rimasugli di tabacco nella borsa di stoffa nera che recitava le cinque cose da conoscere sull'arte ricordo di arsenali e veneziani giardini passati ponti sospiranti, l'accendino nella tasca dei pantaloni grigi bucati nelle ginocchia.

venerdì 18 dicembre 2009

freezer.

menoQuattro.gelo.
Joey addobbava il pino secco con qualche negativo che in controluce la mostravano ancora avvolta dal candido grambiule e con i jeans macchiati d'erba. dall'altro lato piccoli coltelli turchini.
voleva un palloncino nero pieno di Aria e inspirarla tutta. e poi rigonfiarlo e continuare così per tutto il pomeriggio aspettando la sera sui binari della stazione.Lei, del caffè, un vecchio maglione bucato a righe {la Kurt Cobain dei poveri le dissero}, delle sigarette, Alice e Violet, Moleskine nero e stilografica dalla punta consumata.
il Silenzio che le scorreva addosso la colpiva dentro e le scheggiava poco a poco le ossa.

martedì 15 dicembre 2009

appigli.

in bilico.
Joey inerme attendeva che qualcuno si decidesse per lei, i suoi neuroni avevano deciso di non presentarsi all'appello. spingerla nell'oscurità o attirarla alla luce.


E stavi diventando blu.
Anche tu.
I tuoi insulti,
i tuoi fiori finti.
le siringhe disinfettate
coi nostri occhi di criptonite.

forse dovrebbe iniziare scusandosi per essere sparita Joey. ma lei non è gentile abbastanza per farlo. le causali che hanno provocato la sua assenza sono molteplici.
c'erano i soliti the delle cinque e tredici, che smisero di esserci. C'erano suole teschiate desiderose di essere consumate. C'erano abitacoli per giovani artisti desiderosi di scambiarsi sigarette e alcolici. c'erano V sulle porte delle aule. c'era un intraprendente Sig. V.. C'erano Lei, Alice e Violet.
si sente in dovere di postare frettolosamente parte di questi ricordi, avrà tempo per narrarveli nuovamente.

venerdì 26 giugno 2009

lafasenirvanadeiricordi




Apparecchi televisivi mal sintonizzati. A casa di Joey ognuno poteva immaginare la propria vita riprodursi in quegli schermi come un’assurda telenovela spagnola.
Quella sera c’era solo lei ad immergersi nel buio di quella stanza,rinchiusa in quel maglione un po’ troppo grande, provando ad immaginare qualcosa che la portasse lontano, almeno con la mente.

sabato 20 giugno 2009

il coraggio lo trovi nell'armadio



a Joey avevo sempre insegnato ad amare il suo misterioso giardino.
ma Joey voleva amarlo in un modo tutto suo.

venerdì 19 giugno 2009

era stata una bambina





Anche Joey era stata una bambina. Non una bambina come le altre, sarebbe stato troppo facile per lei.

Dopo la scuola con la sua amata cartella in cuoio, si avvicinava a quel tunnel che lei credeva magico e iniziava a sognare, sognava di entrarci e di entrare nel suo mondo. Dio, quanto le sarebbe piaciuto incrociare i suoi alterego.
Era tutto così terrificante. Non erano come i giochi dei suoi compagni di scuola, colorati, inutili. nel suo mondo esistevano animali di pezza, rovinati, macchiati dal tempo, come se prima fossero stati di qualcun altro, cosa che Joey aveva sempre sperato. Aveva una medusa bianca, la stoffa che la rivestiva era consunta, usurata dalle intemperie. Eppure per lei era splendida. Aveva un coniglio turchino con in mano la più tagliente delle lame, che lei amava squadrare come si osserva il proprio omicida.
Passava la sua vita con loro o almeno quell’essenza di essa che lei riteneva tale. E poi il più dolce, infantile, terrificante degli incubi volgeva al suo termine.
Una voce calda e affettuosa, quasi corrosiva, di donna la chiamava “Tesoro, ti stiamo aspettando a tavola.” E Joey, ripuliti gli abiti di sangue, usciva dalla sua stanza diventando, almeno agli occhi del mondo, una bambina modello.

..





La stanza di Joey le stava scomoda, quei giallognoli forzati le davano la nausea. avrebbe congelato tutto se le fosse stato possibile, per poter riprendere a respirare.

Lei rimembra sorridendo dolcemente come la sera prima di coricarsi, sputasse la gomma tra i ragni sotto il letto.

venerdì 5 giugno 2009

shower.


e non capisci gli incubi dei pesci rossi.

affogava il suo senso d'oppressione, Joey, premendo il suo pallido corpo cadaverico sul freddo delle piastrelle aspettando che l'acqua giungesse a quella tiepidezza capace di toglierle il fiato.

mercoledì 3 giugno 2009

Joey.



Inebrianti banalità. Angoli affollati. Il fottuto desiderio di scorgere il cupo romanticismo dal comune. Joey lo sapeva, non ne sarebbe mai stata capace, creare la distruzione nel silenzio, sarebbe stato troppo. Affogare il suo pensiero nel sangue che vedeva colare da tavolo sarebbe stata la soluzione.Decise per la caffeina, la sua droga preferita.Avrebbe sanato il cuore.




[Joey, non avete mai voluto conoscerla, eppure è sempre stata qui a parlarvi della sua vita. come se fosse un semplice giornalaccio da edicola.]

giovedì 14 maggio 2009

distruggermi.


Non è lecito sapere nemmeno al mio cervello ciò che sta scegliendo il mio cuore so solo che mi ritrovo in luoghi che ricordavo solo nei miei incubi, sarà l'inerzia che mi spinge, saranno i nervi tesi e i loro fottuti riflessi a portarmi troppo vincino a quel senso di perdita interiore capace di distruggermi finisco per sapere a malapena il mio nome e l'esistenza del mio corpo nei binari che portano il vuoto.e tutto ciò che ricorderò sarà il rumore dei miei passi sui roventi binari.

mercoledì 6 maggio 2009


Ora mi perdo, in paesaggi dove la mia presenza stona, in quei paesaggi caldi che solo il sole d'agosto può dare.
Cammino, non ho una meta, guardo la linea bianca che delimita quella strada di campagna e mi sembra l'unica cosa con un senso logico. Non mi accorgo nemmeno di ciò che mi passa a fianco siano esse automibili di tedeschi in vacanza o semplici famigliole in bicicletta. Poi l'aria, quell'aria calda che non porta refrigerio semplicemente segna l'arrivo di un qualche treno merci qualunque, il passaggio a livello si chiude e io mi fermo, come scossa da quella situazione banale e ripetitiva.
Sento i brividi, non per il freddo, non è freddo, ma per lo sforzo che mi trattiene dal lanciarmi sotto quei binari e morire così d'amore.

ma lei, immortalata così nella sua incertezza non sono io, lei, lei è un'altra storia. la sua.

Lei esaminando quella sua ombra omicida se ne torna a casa, un po' trema, forse spera che qualche treno merci di troppo la porti via eppure non esita, continua nella sua convinzione: l'Amore per lei non commette omicidi.

martedì 5 maggio 2009

Maledimiele.


Like a Shadow.
Ti fai rapire dall'oscurità, lasciando dietro di te quella luce che tanto amavi.No, ora non puoi tornare indietro puoi solo continuare a vivere così, in quel mondo oscuro pensando di trovare poi un'altra luce, abbastanza calda da guarirti.


Copriti bene se ti senti fredda
Hai la pressione bassa nell'anima
Com'è strano il sapore che riesco a sentire
Male di miele
Male di miele
Ti do le stesse possibilità
Di neve al centro dell'inferno, ti va?
Male di miele

sabato 2 maggio 2009


Ed è un vuoto incolmabile quello che sento dentro. Come morire di una morte lenta e atroce.
Vorrei strappare via quel poco che è rimasto di me, per diventare il Nulla. Dato che prima c'era il tutto.Vorrei potermi annullare, cadere nel buio e rimanerci.Vorrei spegnere il sole e far cadere la neve, almeno sentirei freddo veramente.
Ed è un peso indigeribile quello che sento dentro. Come vivere una vita pesante. Vorrei aggrapparmi a quel poco che è rimasto di me, per non diventare il Nulla. Dato che il tutto di prima mi manca. Vorrei non annullarmi,vorrei trattere la luce. Vorrei il sole e eliminare gli inverni della mia mente, almeno avrei un po' di calore.

Ma allora cosa voglio?

lunedì 27 aprile 2009

tremo.


E' quello che sai che ti uccide o è quello che non sai a mentire alle mani, al cuore, ai reni lasciandoti fottere forte per spingerti i presagi via dal cuore su in testa, sopprimerli non sai non sai che l'amore è una patologia saprò come estirparla via


finisce così, con una pioggia di coltelli pronti a conficcarmisi nelle vene che lentamente penetrano nella mia pelle, ferendola. e lo vedo quel rivolo di sangue percorrermi il braccio e come un acido corrodere.
tremo. urlerei, ma non ci riesco. cado, e non ho nemmeno la forza di chiamare aiuto. resto lì, inerme aspettando che qualcuno si accorga di me. ma arriverà mai qualcuno? qualcuno che abbracciandomi mi faccia conoscere il paradiso e poi il più romantico degli inferni.
"hai gli occhi tristi"mi dissero poco tempo fa. "lo so" risposi ma nessuno li può guarire.

domenica 19 aprile 2009

splatter


e dondoli sull'altalena d'un vecchio film dell'orrore dove il sangue è passata di pomodoro e i brandelli della tua anima sono solo carne andata a male.
[usare i volti della gente per esprimere quello che ho dentro di pare un buon espediente per non essere messi sotto i riflettori]

martedì 14 aprile 2009

istantanee


instantanee deludenti escono dalla mia macchina fotografica.

e così rimasi li immobile aggrapata a quella finestra con i piedi in equilibrio sul termosifone a sentire il freddo che mi prendeva alle spalle aspettando la voglia di vivere e poi ieri sera sei arrivato Tu, me l'aspettavo è vero, sapevo che ci saresti stato, eppure quando sei giunto tra noi non ho potuto far altro che nascondermi dietro un flash un po' troppo accecante. ho paura e non ti voglio perdere. potrei morire, lo sai?

mercoledì 8 aprile 2009

vegetarian


fottuti video portano le loro conseguenze, ricerche troppo approfondite di malesseri che ipoteticamente non ci dovrebbero interessare, scarti e sangue ovunque è così che è iniziato tutto, era un gioco forse una sfida con P. e poi invece ...NO.


P:"chiara, ti vedo pallida, stai bene?"
S:"certo sono sempre così"
P:"ma hai dormito? sembri un cadavere."
S:"uhm... io lo prendo come un complimento"
P:" non ti vestire così, peggiori. togliti quel ferrame dal braccio, via quella bandana dal polso, togli quella chiave dal collo, vestiti con qualcosa che non sia nero.crescerai."
S:"ma c'è qualcosa di me che ti va bene?"
P:"si, sei mia figlia e così vai benissimo"

martedì 7 aprile 2009

Alterego.

Guardo il mio essere spattere la testa sul pavimento pensieroso aspettando che un rivolo di sangue gli coli dal naso e trovi la forza di alzarsi e guardare il faccia la realtà, quella che spaventa e lo costringe lì come un corpo inerme ad aspettare la notte.
E si addormenta l'essere di meduse mentre una lacrima inconsciamente gli riga il viso.

lunedì 6 aprile 2009

Inizio.


Inizio a scrivere qui come un fantasma che lentamente sale le scale senza far nessun rumore. senza respirare, evitando così di farsi scoprire.
sarò invisibile ai tuoi occhi, non temere, non sono niente per cui vale da pena di interessarsi.
Forse, non sono un essere umano come tutti:amo odiare più di ogni altra cosa,ma questo non fa mi di me ciò che vorrei essere.
tonerò presto, in ogni caso, non temere.