lunedì 17 maggio 2010

bleah.


i giorni di pioggia sembravano aver già abbandonato gli angoli più bui. Joey e i giorni che scivolavano lenti, spenti. le sigarette tutte uguali. dolci e docili. Nietzsche è senza camicie. i draghi che volavano basso per starle vicino.che si perdeva il controllo dell'anima e andava a schiantarsi sui pali come gli ubriachi del sabato sera. c'erano sirene in lontananza. odore di terra umida sotto le scarpe slacciate. comporre stati d'animo e farci le operazioni con la calcolatrice. cinque.tre.uno.uno.otto.diciotto.vaniglia nera e virgole distanti almeno quattrocentotrentun chilometri e nessun eurostar.

lunedì 10 maggio 2010

vinorosso.

Immaginava gli artisti urlare parole fuori dalle finistre alla sera, a Parigi. Joey avrebbe venduto l'anima per essere lì con loro. stringere lunghi calici ricolmi di vino rosso e perdersi ridendo e il mattino dopo ancora ubriachi dormire sui divani con la tappezzeria di velluto blu. i posaceneri ricolmi di tumori. comporre numeri di telefono sconosciuti e recitare sottovoce poesie a chiunque fosse dall'altro capo del telefono. la razionalità che scorreva lenta tra la pioggia lungo le grondaie.eri appena tornata frastonata da Parigi.eravamo seduti scomodi e non mi ero pettinato abbastanza per vederti. le tue sigarette mi abbassavano pericolosamente la pressione. le scale a chiocciola che portavano su plutone e le lune che le andavano addosso.

martedì 4 maggio 2010

finestre.

fuori dai vetri opachi si condensava una pioggia fina, leggera sembrava quasi dolce.per Joey non lo era. vedeva inzupparsi le ansie come i biscotti, diventare pesanti e caderli addosso. le tazze versione speciale della biennale di laguna s'ammucchiavano in un alta e traballante torre di ceramica. avanguardie letterarie e i dandy che non c'erano più. correvano per i prati d'agosto, tra le spighe che non c'erano più. pellicole che si ingiallivano, vecchie batterie arruginite. la fotografia che saturandosi rimaneva ad impolverarsi.
Quando finirai gli esami
Andremo in mare con la macchina
E si parlerà di quando ti dicevo
Ma che begl’occhi che hai
Chissà come mi vedi bene

sabato 1 maggio 2010

scale.



isolamenti. Joey che vedeva l'estate arrivare come un treno-merci carico di carbone nei binari bollenti. le viole che continuavano a sfiorire. sogni di follie venduti all'asta. la peggio gioventù. dare da bere ai cactus abbandonati sulle grondaie. terrazzi troppo piccoli e vie troppo poco illuminate. Joey scivolava piano lungo le scale nella penombra di una giornata nuvolosa. il rumore delle calde telenovela spagnole lungo il corridoio. gatti anoressici che miagolavano al sole delle sette di sera. anice lungo l'esofago, fredda. s'ubriacavano insieme una vita fa, ridendo contro i rotoli di carta igenica. come erano belli. cristo come erano belli.