mercoledì 21 aprile 2010

zucchero.

Joey aveva le mani fredde mentre s'immergava tra i suoi incubi fatti di anice e zucchero di canna. it is a northern country; they have clod weather, they have clod hearts. Holden Caulfield che avanzava nei campi di segale. anche cappuccetto rosso come Joey era una serial killer, erano amiche. lo dicevano in tanti che si moriva di morte lenta quando dalle sinapsi le idee erano emigrate. fumava lasciando i mozziconi neri lungo la linea bianca che separava le loro anime. aria che non smuoveva nemmeno i volantini che tanto nessuno mai avrebbe letto. facevano i falsi artisti alternativi di provincia correndo lungo i binari urlando le poesie di Boris Vian.
Je mendierai ma vie
Sur les routes de France
De Bretagne en Provence
Et j'irai dire aux gens
Refusez d'obéir
Refusez de la faire
N'allez pas à la guerre
ricci spettinati tra le sue dita. le birre fredde che lasciavano scendere la condensa sul tavolino di cristallo. balconi bianchi affogati nelle edere e dalle polaroid. voleva un urlo, lei. c'era solo un tetro e pesante silenzio.

giovedì 15 aprile 2010

elefantirosaediavolineri.


c'erano cene all'ombra di lame taglienti e magliette sgualcite con l'effige di Rotten, mentre Joey sperava di trovarsi tra gli angoli più remoti e francesi di Parigi. il ronzio contorto degli insetti l'infastidiva. perdersi il lingue veloci, profonde ma disperate. she's lost control.chi s'imprimeva adorabili coniglietti bianchi sul collo, chi aspettava virgole e continuava a scrivere punti. bisogni speciali. e la pioggia.

venerdì 9 aprile 2010

bitterend.




c'erano direzioni diverse nell'aria. Joey si perdeva sgranocchiando vecchi pezzi di sedano. onomatopeici i suoni attorno a lei. i corvi gracchiavano sulla staccionata bianca accanto a lei. il rumore della sera che si spegneva tra le pieghe delle lenzuola e del suo maglione. delle viole nemmeno più i petali, spazzati via dal venticello primaverile. s'immaginava vite parallele tra i mattoni affogati nella candeggina. candidi e canditi. i cuccioli di drago che crescevano. tuonava l'atmosfera e non aveva nemmeno una moneta con cui ripararsi. i fondi di caffè nelle tasche, l'amato profumo di vaniglia tra le dita. non sorrideva. non sorridevano.

lunedì 5 aprile 2010

uh


Il mio cuore è spezzato. ma ho un po' di colla. aiutami a inalare e galleggiare, a te la decisione, non sei morto. Ma è così che mi sento, sdraiato a letto. se ne andava Kurt Cobain, forse non aveva abbastanza colla per sè. Joey non aveva per niente voglia di badare alle sue piante grasse.
una bolla di sapone che le era scoppiata dritta in viso. l'inverno finirà, così anche il gelo nel tuo cuore.ma poi a Joey non sarebbe piaciuto ballare comunque.e ad occhi chiusi vedeva una casetta con terrazzo e sedie in ferro. le birre nel frigorifero blu e moquette grigia ovunque,per non avere i piedi gelidi. non contavano nemmeno più i mozziconi, loro. non contavano nemmeno più le polaroid sulla parete bianco sporco, loro. aria e sangue, loro. Joey trascurava Violet, e trascurava anche le farfalle che s'impigliavano nel cestello della lavatrice anni settanta. che alla fine tutti sono un po' anemici, non solo lei. le virgole a penna che si disegnava continuamente, per colpa della pigrizia. vivevano di colonne sonore e di fotografia.e sfiorivano le viole.

domenica 4 aprile 2010

s'incastravanoleemozioni.




fuori dai finestrini quando l'aria se ne andava si vedeva sfocato. tra la pioggia che le scivolava addosso lenta. Joey, il signor V. e un adorabile marinaio ridevano negli specchi. che le pronunce dialettali il signor V. non le conosceva. vaniglia nera e fiammiferi.chissà se sono solo un bisogno fisiologico gli abbracci. che Torino era bella e c'erano i Nerorgasmo ormai troppo tempo fa. punk e poesia.chi scava nei cuori.chi, come Joey, respirava a pieni polmoni. tutto o niente. avvolgersi di Aria a quadri. sorridere. disegnare virgole nei fogli a protocollo.