che c'era un cielo di anice da mangiare con il cucchiaino mentre arrivava la sera in collina. gli angoli blù di Joey. i pensieri blù. i pensieri bianchi. le ombre dei cipressi. i narcisi. le forbici arrugginite dal tempo. il mare che non c'era più nemmeno in quelle tele bianche. il mare non è infinito. il mondo delle anime bruciava lentamente e non c'è modo di scappare. i pensieri soffocanti. F a b r i z i o De Andrè le anime salve, le anime che dormono sulla collina. e il silenzio. il silenzio.
IL S I L E N Z I O.
e Joey cercava di conservarlo nei vasetti di vetro.
giovedì 26 maggio 2011
martedì 10 maggio 2011
che poi Joey non aveva ancora capito se le piaceva l’idea dei libri nelle biblioteche. l’idea di portare a casa qualcosa che come una carta assorbente aveva accolto le emozioni di tutti. dalle dita alle pagine. che poi è come se fossero più pesanti i libri delle biblioteche, più densi.
però per lei era diverso entrare in una libreria perdersi negli scaffali e scegliere un libro. le pagine vergini, da poter scalfire,riempire. poterci morire sopra senza paura. sì, perchè forse era paura, paura di lasciare emozioni segrete che qualcun’altro avrebbe potuto raccogliere da quelle pagine e fare sue. e Joey era gelosa. gelosa delle emozioni che i libri le davano la possibilità di vivere. di quei mondi perfetti, terribili, rassicuranti o fragili. cibo per la sua anima.
domenica 8 maggio 2011
che poi Joey iniziava a detestare anche le cose che prima amava come la sua tisana preferita che le sembrava quasi avesse perso il suo sapore, così delicato. e odiava avere sempre le mani fredde, sembrava che non sentisse le emozioni, lei. che a forza di costruirsi muri per non soffrire ora che era tutto circondato di mattoni rossi stava anche peggio, perchè erano riusciti in molti a scappare da quei muri ma lei non riusciva più nemmeno a fissarli. e al di là di quella finestra c'era un cielo di un azzurro sbiadito che stava per piangere e gli ombrelli non sarebbero bastati a proteggerla.Joey lo sapeva eppure non faceva niente per proteggersi.
venerdì 6 maggio 2011
che poi l'aveva smarrito il foglietto illustrativo con scritte le controindicazioni della vita. o forse non l'aveva mai avuto Joey. che poi il mare nei canali di Venezia non finisce. soffoca, soffoca e basta. schiacciato dal peso della gente. è egoista, la gente. se ne frega la gente. le iridi di Joey che di decoloravano al sole, come i capelli. come le dita delle mani. era come essere bianco e nero in un film a colori dove tanto nessuno la considerava poi molto.
forse serve un po' di coraggio per ritornare qui.
"E c’era il cielo fuori. grigio, un grigio avvolgente come quando si mette un po’ di nero nel bianco della pittura per muri per evitare che risultino troppo freddi. Joey stringeva le mani nelle tasche dei suoi pantaloni troppo consunti. chiudeva gli occhi e si illudeva di saper ancora respirare. sembrava che i polmoni le esplodessero. e l’aria fredda graffiava la gola. i piedi distruggevano i fili d’erba come in una guerra vinta in partenza. c’erano mille parole che non avrebbe mai detto che si incastravano nello stomaco. stava per vomitarle accompagnate dagli orsetti gommosi della sera prima. e la birra non bastava mai. i capelli le si schiantavano negli occhi mossi dal vento. gomitoli di lana pieni di emozioni. i fulmini che non si facevano fotografare la irritavano. non conoscere bene la punteggiatura, e si fa un overdose di virgole a pennarello indelebile sul polso. -E mi sento terribilmente giù.maliconica. - Forse un po’ anche io. e che i contatti multimediali si stroncano. Joey non poteva nemmeno fingere d’abbracciare lo schermo del computer per mancanza d’affetto. sorrisi amari che le incorniciavano il viso. la notte da quando non le rimboccavano più le coperte non le rimanevano altro che sogni torbidi e incubi terrificanti a farle compagnia."
che poi era più di un anno fa quando Joey stringendo la stilografica imprimeva quelle parole sulla carta ingiallita dal tempo. e quel grigio c’era ancora e piano piano era diventato più denso, ancor più avvolgente. come una stanza senza uscite di sicurezza da cui è impossibile sfuggire. e la virgola sul polso è diventata vera, anche se brucia. a volte, brucia. e le corse con i piedi stanchi lungo la linea bianca, sottile che rompe una strada che tanto non ci passa mai nessuno, di lì. -E mi sento terribilmente giù.maliconica. si ripeteva ancora. e il cielo d'anice dei pomeriggi di primavera. e il cielo alla ciliegia da mangiare con il cucchiaino delle sere di primavera. Joey era triste.
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