Disordinati scambi epistolari. Che a Joey tremavano le ginocchia per la paura. Barche dalle finestre di gelide stanze troppo grandi. Coperte oceaniche. Il pennino che graffiava la carta e la china che si sperdeva tra le sue venature. Caffè e sigarette e mille pensieri blu e grigi. Il grigioazzurro delle persone tristi. L'umido nelle ossa e la nebbia delle stazioni. E tutte le librerie in cui Joey l'avrebbe voluto portare per mano. L'odore dei libri. Occhi come l'autunno nell'oceano. E D. stringeva Joey. E leggersi piano le pagine dei libri. Piano. Lentamente. La fragilità delle anime bluastre. Le anime di cristallo. Che Joey aveva terribilmente bisogno del silenzio che solo gli abbracci sanno creare.
lunedì 21 novembre 2011
martedì 1 novembre 2011
Gli alberi del nord che li abbracciavano ancora tiepidi scaldati nel sole d'autunno. Sempre verdì. Occhi sempre blùoltremareoceanomaredelnord. Draghi. Brie.Zucchine. Epistole allo zucchero di canna. Carta da pacchi. Persone disordinate con le dita sporche di china e di pensieri. Il non avere più difese. Joey e i chilometri che scorrono veloci lungo la linea bianca.E fa buio presto come nelle sue sinapsi. Le foglie cadono pesanti inzuppate dalla rugiada. Senza difese. Mondi distanti che non s'incrociano mai. Tutti i baci all'anice che Joey conservava nella tasca interna del giubotto. Pensieri di piombo e perle. Barriere “Io dico: liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni barriera, ossia, per parlare più chiaramente non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò non preoccuparti delle barriere degli altri: è sufficiente che tu abbatta le tue.” Joey che non riusciva a trovare la forza di colpire quel muro che s'era costruita nei suoi eterni diciassette anni.
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