sabato 20 ottobre 2012
Noninferno.
Che Joey chiudeva gli occhi e si perdeva in quel limbo perfetto tra sogno e realtà. Una porta blu che portava dentro il piccolo regno di Joey e V. C'era una stanza lilla, un'immesa libreria panna coperta di libri, i Calvino ordinati perfetti. Accanto, divisa da un'immensa porta a vetri, la sala della musica. Un grande pianoforte a coda, chitarre, e tutti gli strumenti che lei sa suonare. Un salotto ampio, ancora libri, ancora musica. Un grande divano bordeaux, morbido. Una poltrona immensa con tutti i colori del cielo e del mare. Una cucina avvolgente, dai toni dell'azzurro chiaro. Un tavolo nero, due grandi tazze ocra per la colazione e delle viole, quelle che sfioriscono in Gaetano e che sbocciano in De André. Una moka da tredici, non dodici né quattordici. Una camera grigioazzurra con una grande letto, il profumo di cedro blu penetrante e la Bagnante di Valpinçon con la sua pelle di pesca e velluto. In tutte le stanze immense fotografie e opere d'arte e le frasi terebranti dei libri. Ci sarà Magritte, Man Ray. Calvino, Kandinsky, Klee. Ci sarà scritto "Il nostro non inferno" ma non so ancora dove. Un prato con le betulle e le magnolie, e i fiori di loto.
Ci saremo io e te, diceva Joey.
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