la neve che le rideva addosso dai finestrini dei treni. Joey e gli omini rossi dei semafori.Joey e le scarpe umide nella neve. E i libri di tedesco che non si vogliono aprire, degli aggettivi che non si declinano.V.B. e la neve e le scale con le macchine da scrivere turchesi.cardigan neri dai bottoni troppo piccoli. guardavi dal finestrino-che posto di merda.-mi dicevi. bottiglie di vino rosso che non si aprivano.lo scompartimento della tua piccola gabbia toracica che perde, che sgocciola come un frigorifero sbrinato. nelle stazioni dei treni tremava sempre un po'. le sue parole cadevano dentro nelle viscere lasciate sul tavolo con cadenza indelebile.cazzo.vaffanculo. aveva paura di trovare una mosca a Parigi, Joey.martedì 9 marzo 2010
e.
la neve che le rideva addosso dai finestrini dei treni. Joey e gli omini rossi dei semafori.Joey e le scarpe umide nella neve. E i libri di tedesco che non si vogliono aprire, degli aggettivi che non si declinano.V.B. e la neve e le scale con le macchine da scrivere turchesi.cardigan neri dai bottoni troppo piccoli. guardavi dal finestrino-che posto di merda.-mi dicevi. bottiglie di vino rosso che non si aprivano.lo scompartimento della tua piccola gabbia toracica che perde, che sgocciola come un frigorifero sbrinato. nelle stazioni dei treni tremava sempre un po'. le sue parole cadevano dentro nelle viscere lasciate sul tavolo con cadenza indelebile.cazzo.vaffanculo. aveva paura di trovare una mosca a Parigi, Joey.
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Darei la vita in questo momento per sentire ancora parlare quella lingua. Per vedere svettare la neve sulle montagne. Per sentire l'odore della mattina sulla pelle e gli scoiattoli saltarmi intorno. Il silenzio e la pace dei biplani senza motore. Poter camminare senza meta, il tempo non scorreva quella mattina. E poi tornare, girare le chiavi e trovarlo ancora nel letto. "Torna presto" mi aveva detto. E io ero stata al cimitero a cercar me stessa. "Dove sei stata?" - "Non ha importanza. Ora sono qui". E si stropicciava gli occhi. "Ne ha invece" - "Sempre accanto a te. E mi sono persa dentro di te. Cercavo me stessa. Ho capito di non aver mai vissuto, di esser già morta. E ho cercato la mia anima dove credevo che fosse. Quando sono tornata a mani vuote, l'ho trovata accanto alla tua." - "Che culo". mi ha risposto cercando di svegliarsi ancora. Ed era anche per quello che mi ero innamorata. Del suo culo bianco latteo e della disinvoltura con cui mi aveva dato tutto se stesso, senza crearsi problemi. Accarezzavo i suoi capelli brizzolati, non me li ricordavo così. Sorridevo guardandolo negli occhi, mentre ancora sbadigliava.
RispondiEliminaBhè.. uao.
RispondiEliminaè bello scoprire che
RispondiEliminapuoi lasciarti ancora scivolare insieme
al suono di belle parole, Joey.
baci
http://undergroundshit.splinder.com