Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. scriveva chi di Venezia e di viaggi ne sapeva davvero. Joey aveva paura di perderla la sua venezia. il mare intrappolato nei canali scuri e profondi. i ponti ispanici che si attraversano a fatica. c'erano poeti che si credevano sconfitti e facevano gli psicologi in erba. c'erano conigli dalle orecchie bianche e lunghe. c'erano macchine fotografiche che battevano nel petto, diceva. c'erano macchine fotografiche che funzionavano tra i neuroni, diceva. nicaragua verdi e capelli alla frutta e ricci alla elvis. che ti voglio bene a fondo perduto, evangelista.
Spincia. Bleah. Joey.
ti squarterebbe a morsi se non fosse così sconvolgente e si mangerebbe volentieri delle meduse per colazione.
"Joey non era un essere umano qualunque. sarebbe tutto troppo semplice per noi comprenderla nel suo intimo esistere e tutto risulterebbe di una piattezza degna della vita di un qualsiasi impiegato da metropolitana: binari, ufficio, mensa, ufficio, binari, divano e birra. Poco conosco dei suoi lineamenti, molto ricordo del suo essere.
Occhi vitrei, rotti dall’iride cristallino culminanti in due enormi pupille oscure, era buio la prima volta che l’incontrai. Capelli pece, lunghi quanto basta a coprirle le spalle tenuti al lato del viso da un paio di fermagli, utili a farla sembrare agli occhi del mondo, ancora la bambina così perfetta ed ordinata, quale però non era mai stata, se non agli occhi del mondo che lei dolcemente ripudiava."
Venezia è una città incantata se la si sa guardare con gli occhi giusti..
RispondiEliminaIn ogni particolare è racchiuso un intero film
magari quell'evangelista potrebbe esser un profeta del 21esimo secolo.
RispondiEliminasarebbe bello conoscerlo,farci una chiacchierata davanti a un bel caffé fumante
o forse il profeta è colei che ci parla dell'esistenza dell'evangelista. bisognerebbe parlare con entrambi, se si riuscisse a farli incontrare.
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