E nello scrosciare delle piogge acide portami a bere dalle pozzanghere.i canali di scolo dell'acqua piovana raccoglievano ciò che rimaneva di Joey. sentiamo il rubinetto che si dispera tutta la notte. si scaldava l'esofago facendoci scorrere tazze giallognole illudendosi che quel calore le bastasse. che il tic tac compulsivo dell'orologio le sebrava un treno merci quando non fa sosta nelle stazioni. fottutamente è un avverbio poco usato, non per lei. se c'è il sole non è detto che ci sia la primavera.un dolce vaffanculo e un amaro addio. c'era il veleno che scivolava dagli alberi e niente che poteva proteggerla. postpunk, postindustriale, postebbasta. dai tombini ancora si sentivano le ambulanze urlare. affogava ciò che rimaneva del suo taccuino da artisti con spirali spigolose. anche i serial killer perdevano la lucidità, a volte. Ed oggi toccava a Joey.
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La perdita di lucidità è un grande scudo, cara.
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