G. sussurrava a Joey parole apparentemente contrastanti. "sai, G., profumi di punk e poesia" "allora profumo di te." merda. adoro l'odore del Napalm al mattino. e il silenzio le rompeva i timpani. c'erano piccoli pupazzi di neve che morivano suicidi. le arance della colazione sul pavimento. e scusami se il mondo crolla o crollo io.
Spincia. Bleah. Joey.
ti squarterebbe a morsi se non fosse così sconvolgente e si mangerebbe volentieri delle meduse per colazione.
"Joey non era un essere umano qualunque. sarebbe tutto troppo semplice per noi comprenderla nel suo intimo esistere e tutto risulterebbe di una piattezza degna della vita di un qualsiasi impiegato da metropolitana: binari, ufficio, mensa, ufficio, binari, divano e birra. Poco conosco dei suoi lineamenti, molto ricordo del suo essere.
Occhi vitrei, rotti dall’iride cristallino culminanti in due enormi pupille oscure, era buio la prima volta che l’incontrai. Capelli pece, lunghi quanto basta a coprirle le spalle tenuti al lato del viso da un paio di fermagli, utili a farla sembrare agli occhi del mondo, ancora la bambina così perfetta ed ordinata, quale però non era mai stata, se non agli occhi del mondo che lei dolcemente ripudiava."
un piccolo capolavoro, veramente :3
RispondiEliminaoh grazie mille.
RispondiEliminadi niente, amo come scrivi...
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