mercoledì 6 gennaio 2010

9.58


il problema è che quando ci si sveglia e la luce rossa della sveglia segna le noveEcinquantotto del Sei Gennaio va di merda, davvero. E per Joey fu così. Camminare nel buio non era mai stato il suo forte e questa volta non c'era nemmeno una piccola luce distante ad illuminarle la via. rimaneva solo il Bianco. troppo Bianco. il Bianco è così oscuro, che lascia decisamente meno speranze del Nero.le mani erano gelide, l'anima, si, anche quella, un cubetto di ghiaccio di qualche alcolico decisamente troppo forte di qualche fighetto della milanodabere. ha mal di testa ma nessuna idea che le scorre in essa, encefalogramma piatto. {dicono che scrivere in terza persona si estranei da te stessa. per me è il contrario. ci cado dentro, io, a me stessa.} è che le dava tremendamente fastidio che tutti riempissero le loro parole con iniziali puntate, lei amava farlo così tanto per Lui che doveva trovare una soluzione. e le avevano detto che doveva urlare, urlare ciò che le si era incastrato dentro per poter vivere.ma, se lei non ne fosse stata capace? se ciò che avrebbe potuto urlare le appariva talmente forte, che al solo pensiero la voce di spegneva? perchè era così, e Joey, cazzo, Joey lo sapeva benissimo, ma quasi le piaceva l'illusione di non credersene capace.
grida tu qualcosa, come quando dai tuoi occhi traboccava il cielo.
l'Aria le mancava, ma Joey lo sapeva benissimo era precaria come l'acqua della doccia che non se ne va più giù dallo scarico, e trabocca, affogandola.
vaffanculo. immaginalo detto a denti stretti e sorridendo.
e, Aria, corrì qui, l'apnea è una gran puttana.

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